La riforma della governance RAI che propone il MoVimento 5 Stelle mira a rendere il nostro Servizio pubblico radio-televisivo finalmente libero dalle influenze dei partiti.
Intraprendere una riforma della governance per valorizzare il patrimonio della Rai
Dobbiamo liberare la Rai dal giogo della politica. È impensabile che un’azienda pubblica tra le più grandi società di comunicazione d’Europa, il quinto gruppo radiotelevisivo del continente, sia asservita a logiche di spartizione e ripartizione dei gruppi di potere di turno.
La Rai è un patrimonio dal valore inestimabile, ha contribuito a costruire l’identità del nostro Paese, raccontando la storia e le vite degli italiani, ha un’offerta culturale immensa, archivi che sono vere e proprie miniere d’oro in quanto ad arte, musica, letteratura, storia, cinema…
Ecco perché al timone di questa enorme flotta devono esserci solo persone competenti, preparate, con un obiettivo comune: il rafforzamento, l’ampliamento e l’innovazione dell’offerta radiotelevisiva all’insegna dell’indipendenza.
Ecco perché una riforma della governance non può essere più rimandata.
Riforma Rai: la nostra proposta di legge per un servizio pubblico finalmente libero e indipendente
La libertà di informazione non solo va salvaguardata, ma la sua buona pratica va diffusa e incentivata, soprattutto ora che dobbiamo fare i conti con il dilagare di notizie false – le cosiddette fake news – costruite ad arte per manipolare l’opinione pubblica e distrarla dai problemi più complessi e reali.
Vogliamo giornalisti liberi di fare il loro mestiere, di lavorare in maniera indipendente su inchieste, approfondimenti, e non professionisti ridotti a scribacchini salariati, asserviti a questo o quel partito a seconda di come gira il vento.
Per tutti questi motivi è necessaria una riforma della governance della Rai, che garantisca maggiore trasparenza, l’eliminazione della lottizzazione politica, la promozione della meritocrazia e – cosa importantissima – la valorizzazione delle risorse professionali di cui l’azienda già dispone.
Ecco cosa prevede la nostra riforma
La volontà di portare avanti una riforma della Rai che sia radicale è sempre stato uno dei punti fondamentali del programma del Movimento 5 Stelle. Il nostro progetto per un iter selettivo “a prova di influenze politiche” è contenuto nel disegno di legge depositato al Senato con la prima firma di Primo Di Nicola e alla Camera con la prima firma di Mirella Liuzzi, proposta che riprende quella depositata nella scorsa legislatura da Roberto Fico.
L’obiettivo è semplice: modificare il meccanismo di nomina del consiglio di amministrazione per fare in modo che la politica resti fuori – una volta per tutte – dal servizio pubblico radiotelevisivo italiano.
I punti salienti del meccanismo che proponiamo con questa riforma
- i membri del CdA (Consiglio di Amministrazione) passano da 7 a 5, e restano in carica per cinque anni senza possibilità di rinnovo
- il CdA sceglie l’amministratore delegato tra i 5 consiglieri. Il Ministro dell’Economia sceglie invece il Presidente, sempre tra i membri del CdA
- i nuovi membri del CdA sono scelti per curriculum secondo tre principi: indipendenza, onorabilità e competenza. Sarà l’Agcom a predisporre un avviso pubblico, i candidati invieranno all’Autorità il curriculum vitae e un elaborato sulla propria visione strategica del servizio pubblico radiotelevisivo
- fra i candidati ‘idonei’ si procede poi al sorteggio dei cinque, che dovranno discutere il proprio progetto in audizione pubblica dinanzi alle commissioni parlamentari competenti. Se una delle commissioni esprime, a maggioranza dei due terzi, un parere sfavorevole, l’Agcom procede all’estrazione di un altro nominativo nella medesima area di competenza. La fase di audizioni ed eventuali pareri non potrà comunque protrarsi per oltre 60 giorni
- non potrà essere nominato consigliere di amministrazione della Rai chi ha ricoperto nei 5 anni precedenti alla nomina cariche di governo, politiche elettive a qualunque livello, ruoli nei partiti (e ovviamente non potranno essere nominati consiglieri coloro che sono stati interdetti dai pubblici uffici o condannati)
- per i consiglieri sarà incompatibile qualunque incarico pubblico, o l’esistenza di un qualsiasi conflitto di interesse, in imprese attive nella comunicazione, nell’audiovisivo, nella pubblicità o in qualunque altro settore relativo alla fornitura e alla somministrazione di beni e servizi alla Rai o alle sue società collegate
- verrà introdotto il principio di trasparenza nell’individuazione delle figure dirigenziali: la carica dei dirigenti scelti per nomina diretta decadrà entro sessanta giorni dalla cessazione del mandato del consiglio di amministrazione.
- a tutti i consiglieri di amministrazione, ai dirigenti e a tutto il personale a vario titolo assunto dalla Rai sarà applicato il limite massimo retributivo previsto dalla normativa vigente per le pubbliche amministrazioni e le società pubbliche
- infine si prevede la soppressione della commissione di Vigilanza Rai, la cui funzione verrà però distribuita tra le altre commissioni competenti. A queste infatti resterà la facoltà di convocare i vertici aziendali della Rai per eventuali approfondimenti o per segnalare inadempimenti degli obblighi relativi al servizio pubblico radiotelevisivo.
- sono inoltre previste alcune modifiche alle modalità di elezione di Agcom: chi vorrà essere eletto nel consiglio di Agcom dovrà inviare preventivamente il suo curriculum che sarà poi pubblicato sui siti di Camera e Senato. La stessa procedura è prevista anche per la nomina del Presidente di Agcom
La Rai merita di essere libera e i cittadini realmente informati. La riforma della governance non può più aspettare.
I fruitori del servizio RAI siamo noi cittadini, per avere un sistema di qualità chi paga il servizio deve poter esprimere un giudizio. Penso che sia opportuno prevedere un meccanismo con cui, in casi particolari, possa essere espresso un giudizio sull’operato da parte degli abbonati sui vertici RAI o sull’imparzialità dei giornalisti e che in caso di più valutazioni negative si debba procedere a sostituirli.
Manca la previsione di cosa accadrà in caso di dimissioni o di impedimento fisico di uno dei membri: si ripesca ancora a sorteggio sui candidati iniziali oppure si riparte con altre candidature? Perché in 5 anni si può anche morire in tempo di Covid